
Erano presenti molte persone, molte sezioni ANPI hanno marcato una forte partecipazione nel comprensibile sforzo di onorare il fatto principale, da tenere a memoria, nella lotta di liberazione del nostro territorio.
C’è un aspetto che però vorremmo sottolineare, che ha una valenza importante ed è in qualche modo tranquillizzante per il nostro futuro democratico.
Quello della presenza massiccia di Sindaci, di rappresentanze municipali e di Amministratori locali.
La grande partecipazione delle “Istituzioni”, a prescindere dalla matrice politica di queste ultime, sancisce che esiste una matrice comune indiscutibile per il nostro sistema e che questa matrice è la Resistenza, l’antifascismo, l’ideologia di libertà e democrazia che ha motivato i ragazzi di allora e si è consolidata nella nostra Costituzione.
Nelle differenze, anche profonde che esistono nel nostro quadro politico, la Benedicta, il ricordo del sacrificio degli antifascisti nell’Aprile del 1944 è quindi un denominatore comune, un baluardo contro derive revisioniste, populistiche, nazionaliste.
Ci manca ancora un passo, quello della quotidianità, dei comportamenti personali nel giorno dopo la commemorazione, è qui che dovrebbe concretizzarsi il ricordo e la memoria.
Plaudiamo a tutti i Sindaci e a tutti gli Amministratori che sono saliti al Sacrario, chiediamo loro di aumentare, nei loro atti, nel loro lavori politico, il tasso di aderenza alle aspettative che spinsero i giovani partigiani a sacrificare la loro vita per liberare l’Italia.