l “Giorno del ricordo” si celebra “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Questo è il dettato della legge del 30 marzo 2004 che lo istituisce.
Come si può facilmente capire il legislatore intende far luce sui fatti complessivi avvenuti nell’area a partire dal “Trattato di Rapallo” del 1920 che ridefinisce i confini orientali alla fine della prima guerra mondiale.
Vi proponiamo, per evitare superficialità ed inesattezze, il lavoro dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Trieste), che focalizza la vicenda.
Siamo per l’aperta condanna di ogni barbarie, crediamo che questa ricorrenza, ahimè tardiva, debba riaffermare universalmente i diritti umani, i principi di democrazia e libertà propri della nostra Costituzione nata dalla lotta di Resistenza.
Va riconosciuto il crimine perpetrato delle truppe di Tito perché testimonia la disumanità delle dittature e chiama inesorabilmente in causa l’aberrazione fascista e nazista ideologie madri di violenza, repressione e sopruso.
Leggiamo il Vademecun per evitare luoghi comuni e manipolazioni di questo Giorno del ricordo