La Resistenza, sin dai suoi inizi, è anche una guerra per la sovranità. Una guerra combattuta singolarmente da ciascun partigiano per evitare che il vuoto di potere lasciato dall’8 settembre sia occupato dalla Germania nazista.
Se si guarda all’eredità della Resistenza nella Costituzione solo attraverso le lenti dei grandi partiti, il rischio è quello di dimenticare l’esperienza costituente delle bande partigiane come costellazioni di singoli sovrani.
Perché la Costituzione repubblicana è il risultato di singoli processi storici e giuridici che investono un arco di tempo più vasto di quello dell’Assemblea costituente e gli ordinamenti creati nel territorio dalle bande partigiane, le zone libere e le repubbliche sono tutte esperienze dirette a creare un nuovo ordine costituzionale.
Con l’aiuto di un archivio storico straordinario Giuseppe Filippetta racconta le scelte di chi dopo l’8 settembre 1943, intraprende, per dirla con Calvino “la rifondazione di sé che si attua a partire da uno stato primitivo, fuori dalla società” e costruisce con coraggio e sofferenza le fondamenta di uno stato non più fascista.